Super batteri resistenti agli antibiotici anche nell’Artico e nei delfini
Continuano ad arrivare pessime notizie dal fronte dell’antibiotico-resistenza. Ormai i patogeni resistenti sono dappertutto: l’emergenza, inizialmente confinata agli istituti ospedalieri, si è estesa a macchia d’olio e non riguarda più solo gli esseri umani. I super batteri sono triplicati negli animali d’allevamento e sono stati persino isolati nell’Artico o nelle popolazioni di animali selvatici.
La resistenza agli antibiotici è oggi una delle più grandi minacce per la salute pubblica. Anche le comuni infezioni batteriche stanno sviluppando resistenza ai farmaci che un tempo venivano usati per curarle. Un’emergenza globale, che entro il 2050 potrebbe causare 10 milioni di decessi ogni anni e trasformarsi nella prima causa di morte.
Resistenze triplicate negli allevamenti intensivi
A partire dagli anni 2000 la domanda di carne è aumentata, soprattutto nei paesi in via di sviluppo come Cina o India, ma anche in Africa e Sud America. Un fabbisogno crescente, soddisfatto solo grazie alle tecniche di produzione intensiva. Ma il prezzo da pagare è stato elevato: l’utilizzo di antibiotici, necessari per mantenere la salute e produttività degli animali, ha determinato un aumento globale di infezioni resistenti ai farmaci. Proprio in questi giorni, uno studio pubblicato su Science avverte che il numero di batteri resistenti ai farmaci nei polli e nei maiali è quasi triplicato negli ultimi 18 anni. E la maggior parte di queste resistenze si concentra nei paesi in via di sviluppo.
I super batteri alla conquista del mondo
Meno scontata è la presenza di patogeni resistenti nelle popolazioni selvatiche, che con l’essere umano in genere hanno meno a che a fare. Ma solo apparentemente, perché ormai i super batteri sono veramente dappertutto: a gennaio di quest’anno, i ricercatori della New Castle University hanno confermato la loro presenza persino nelle regioni incontaminate dell’Artico. Vi sarebbero giunti, forse, per mezzo degli uccelli o dei pochi turisti che attraversano l’area.
Ceppi resistenti anche nei delfini
Ancora una pessima notizia dal fronte dell’antibiotico-resistenza viene dalla Florida: non riguarda polli o maiali, ma i delfini. Segno che i batteri resistenti stanno conquistando anche gli ambienti marini, probabilmente a causa dello sversamento di antibiotici in mare. Lo studio pubblicato su Aquatic Mammals ha preso in considerazione 171 delfini tursiopi della Indian River Lagoon in Florida, esaminando ben 733 campioni batterici nell’arco di 13 anni (dal 2003 al 2015). Di questi, l’88,2% era resistente ad almeno un antibiotico. In particolare, il 91,6% era resistente all’eritromicina, il 77,3% all’ampicillina e il 61,7% alla cefalotina. I risultati coincidono con la distribuzione delle resistenze negli esseri umani: in mare, insomma, ci sarebbero gli stessi antibiotici usati (e abusati) dalle popolazioni costiere della laguna.
Un’emergenza globale
La resistenza agli antibiotici non è un problema isolato, ma anzi sta assumendo proporzioni globali, che colpiscono ormai anche le aree meno contaminate dalla presenza umana o gli animali selvatici. Un’emergenza che allo stato attuale possiamo affrontare adottando un approccio di “One Health. Che in altre parole, significa considerare noi esseri umani, gli animali e l’ambiente come un’unica grande realtà da preservare con tutte le nostre forze.
Erika Salvatori